News

Telecamere sul luogo di lavoro: le dichiarazioni del Garante Privacy

Alla luce della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo: “La sorveglianza occulta non diventi prassi ordinaria, i controlli devono essere proporzionati e non eccedenti”

18 OTTOBRE 2019

Il presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, Antonello Soro, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sul sito del Garante in relazione alla recente sentenza della Grand Chambre della Corte europea di Strasburgo dei diritti dell'uomo (Cedu).

"La sentenza della Grande Camera della Corte di Strasburgo – afferma Soro - se da una parte giustifica, nel caso di specie, le telecamere nascoste, dall'altra conferma tuttavia il principio di proporzionalità come requisito essenziale di legittimazione dei controlli in ambito lavorativo.
L'installazione di telecamere nascoste sul luogo di lavoro è stata infatti ritenuta ammissibile dalla Corte solo perché, nel caso che le era stato sottoposto, ricorrevano determinati presupposti: vi erano fondati e ragionevoli sospetti di furti commessi dai lavoratori ai danni del patrimonio aziendale, l'area oggetto di ripresa (peraltro aperta al pubblico) era alquanto circoscritta, le videocamere erano state in funzione per un periodo temporale limitato, non era possibile ricorrere a mezzi alternativi e le immagini captate erano state utilizzate soltanto a fini di prova dei furti commessi.
La videosorveglianza occulta è, dunque, ammessa solo in quanto extrema ratio, a fronte di "gravi illeciti" e con modalità spazio-temporali tali da limitare al massimo l'incidenza del controllo sul lavoratore. Non può dunque diventare una prassi ordinaria.