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Verde pubblico attrezzato, differenza tra vincoli espropriativi e vincoli conformativi

La differenza tra vincoli espropriativi e vincoli conformativi, impressi dalla pianificazione urbanistica sul territorio comunale, si presta in casi particolari, a diversa interpretazione

9 GENNAIO 2023

di Valeria Tarroni

Nota a: Consiglio di Stato, Sezione IV, sentenza del 30/12/2022 n. 11707

La differenza tra vincoli espropriativi e vincoli conformativi, impressi dalla pianificazione urbanistica sul territorio comunale, si presta in casi particolari, a diversa interpretazione.

Il Consiglio di Stato, Sez. IV, con la sentenza del 30/12/2022 n. 11707, affronta una vicenda di aree private con vincolo di destinazione urbanistica a “verde pubblico attrezzato per lo sport” avente un indice di fabbricabilità, con possibilità per i proprietari di sfruttare il relativo jus aedificandi.

I giudici sono chiamati a decidere se il predetto il vincolo “verde pubblico” ha natura conformativa oppure espropriativa.

La distinzione tra vincoli conformativi e vincoli espropriativi, affermano i giudici, va operata in relazione agli effetti dell'atto di pianificazione.

La destinazione a verde pubblico attrezzato non coincide di per sé con l’imposizione di un vincolo espropriativo, ma occorre verificare in concreto, le caratteristiche del vincolo.

I vincoli di destinazione imposti dal piano regolatore generale per attrezzature e servizi, fra i quali rientra il verde pubblico attrezzato, realizzabili anche a iniziativa privata o promiscua in regime di economia di mercato, sono vincoli particolari che non costituiscono vincoli espropriativi ma sono  vincoli conformativi, funzionali all'interesse pubblico generale.

Secondo la giurisprudenza, i vincoli conformativi sono quelli che dividono in tutto o in parte il territorio comunale in zone assoggettate a una disciplina dello ius aedificandi omogenea (cd. zonizzazione) e che dunque si connotano per il fatto di incidere su una generalità di beni, potenzialmente appartenenti a una pluralità indifferenziata di soggetti e che vengono accumunati in ragione delle caratteristiche intrinseche degli stessi e del contesto nel quale si inseriscono. Sono validi a tempo indeterminato, non comportano indennizzi e importano una destinazione realizzabile anche attraverso l’iniziativa privata.

I vincoli espropriativi (preordinati all’esproprio) invece, sono quelli che incidono su beni determinati, in funzione non già di una generale destinazione di zona, ma della localizzazione di un'opera pubblica la cui edificazione è riservata alla mano pubblica; hanno una durata temporale di anni cinque dalla data di efficacia dello strumento urbanistico che li appone e decadono automaticamente se entro tale termine non interviene la dichiarazione di pubblica utilità.

Il testo della sentenza del Consiglio di Stato, Sez. IV, n. 11707/2022 è visualizzabile sul sito https://www.giustizia-amministrativa.it