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La superficie utile nella autorizzazione paesaggistica

Il TAR di Catania, Sez. V, nella sentenza n.3980 dello scorso 4 dicembre ha rilevato un notevole interesse nel contesto del diritto urbanistico e paesaggistico, ribadendo una visione "ampia" della nozione di superficie utile ai fini dell'autorizzazione paesaggistica
 
 

23 DICEMBRE 2024

Il TAR di Catania, Sez. V, nella sentenza n.3980 dello scorso 4 dicembre ha rilevato un notevole interesse nel contesto del diritto urbanistico e paesaggistico, ribadendo una visione “ampia” della nozione di superficie utile ai fini dell’autorizzazione paesaggistica. Tale decisione emerge dalla sentenza n.3980/2024 relativa a una disputa su una tettoia realizzata senza le necessarie autorizzazioni in un comune siciliano.
 
La questione principale riguardava la definizione di “superficie utile” nell’ambito delle valutazioni paesaggistiche, spesso soggetta a interpretazioni restrittive limitate agli spazi chiusi o a interventi che aumentano il carico urbanistico. Tuttavia, i giudici hanno chiarito che tale superficie deve essere intesa in un senso più esteso che include ogni intervento edilizio che altera permanentemente l’assetto originale del territorio, indipendentemente dalla sua destinazione o dalla sua visibilità.
 
Il proprietario dell’immobile aveva tentato di ottenere una sanatoria per la costruzione di una tettoia, argomentando che si trattasse di edilizia libera dato il ridotto impatto volumetrico dell’intervento. Tuttavia, la Soprintendenza aveva espresso un parere negativo, e il comune aveva successivamente ordinato il ripristino dello stato dei luoghi, ritenendo l’opera non conforme alle normative urbanistiche e paesaggistiche vigenti.
 
I giudici del Tar hanno respinto l’appello del proprietario, sostenendo che non si può valutare l’intervento in termini isolati ma bisogna considerare l’impatto complessivo sul paesaggio. In questo modo, la sentenza stabilisce un importante precedente per la valutazione delle future richieste di autorizzazione paesaggistica, sottolineando la necessità di considerare l’intero effetto di qualsiasi opera edilizia sul contesto paesaggistico originario. Questo approccio rappresenta un significativo rafforzamento delle norme di tutela del paesaggio, con implicazioni dirette per la pianificazione e lo sviluppo urbano in contesti sensibili.