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Autorizzazione Paesaggistica per tralicci e antenne: necessità e procedure

Nell'ambito dell'installazione di tralicci e antenne, la sentenza del Consiglio di Stato del 2 dicembre 2024, n. 9616, ha chiarito un punto cruciale: per le strutture di notevoli dimensioni è imprescindibile ottenere un'autorizzazione paesaggistica

30 DICEMBRE 2024

Nell'ambito dell'installazione di tralicci e antenne, la sentenza del Consiglio di Stato del 2 dicembre 2024, n. 9616, ha chiarito un punto cruciale: per le strutture di notevoli dimensioni è imprescindibile ottenere un'autorizzazione paesaggistica. Tale necessità deriva dalla volontà di preservare l'integrità estetica e naturale del paesaggio, specialmente nelle aree soggette a vincoli paesaggistici. Sebbene le stazioni radio base siano considerate compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica, questa compatibilità non esime dal rispetto dei vincoli paesaggistici che potrebbero gravare sull'area di installazione.
 
Il Consiglio di Stato ha evidenziato che non è tanto la natura o la finalità della struttura a determinare la necessità del titolo autorizzativo, quanto piuttosto le dimensioni e l'impatto visivo dell'opera. Installazioni di modesta entità possono non necessitare di titoli edilizi specifici, analogamente alle antenne televisive domestiche. Tuttavia, strutture più imponenti, a causa della loro "obiettiva consistenza", richiedono una regolamentazione più rigorosa, includendo il titolo edilizio e l'autorizzazione paesaggistica. Questo approccio è supportato da numerose decisioni precedenti che hanno stabilizzato il quadro normativo attorno a questi interventi.
 
Per gli operatori della pubblica amministrazione, la sentenza sottolinea l'importanza di un'attenta valutazione delle richieste di autorizzazione paesaggistica, garantendo che ogni intervento rispetti il paesaggio e l'ambiente circostante. Il dissenso dell'autorità paesaggistica ha un ruolo qualificato e determinante nel processo decisionale, segnalando la necessità di una valutazione concreta e dettagliata dell'impatto visivo e ambientale degli impianti. Questo processo mira a bilanciare lo sviluppo infrastrutturale con la tutela del patrimonio paesaggistico, assicurando che le modifiche al territorio siano compatibili con le normative vigenti e gli interessi pubblici superiori di conservazione del paesaggio.