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Abusi edilizi, per il TAR l’acquisizione di aree ulteriori deve essere motivata

Il TAR Campania ha recentemente emesso una sentenza n. 214 del 10 gennaio 2025 che chiarisce l'obbligo per i Comuni di motivare adeguatamente l'acquisizione gratuita di aree ulteriori al patrimonio comunale, oltre quelle già occupate da opere abusive

5 FEBBRAIO 2025

 
Il TAR Campania ha recentemente emesso una sentenza n. 214 del 10 gennaio 2025 che chiarisce l'obbligo per i Comuni di motivare adeguatamente l'acquisizione gratuita di aree ulteriori al patrimonio comunale, oltre quelle già occupate da opere abusive. Questo provvedimento segue l'articolo 31, comma 3, del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, che regola le demolizioni e le acquisizioni in caso di abusi edilizi.

La decisione è stata presa in risposta a un'ordinanza del Comune di Quarto, che aveva esteso l'acquisizione a un'area ulteriore senza fornire una spiegazione dettagliata delle ragioni di questa estensione. Il TAR ha stabilito che, sebbene l'acquisizione dell'area di sedime dell'opera abusiva e l'opera stessa avvenga "ex lege" e sia quindi automatica, l'acquisizione di ulteriori aree richiede una motivazione specifica che giustifichi la necessità e l'obiettivo di tale acquisizione.

Questa posizione si allinea con il predominante orientamento della giurisprudenza che richiede una motivazione esplicita quando si va oltre l'area immediatamente interessata dalle costruzioni abusive. Tuttavia, la giurisprudenza non è unanime: il Tar Lombardia ha adottato una visione diversa, sostenendo che l'acquisizione di aree ulteriori funge da sanzione automatica per la mancata demolizione e, come tale, non necessita di una motivazione dettagliata riguardo l'interesse pubblico.

Questa divergenza di opinioni sottolinea la complessità delle questioni legate alla regolamentazione delle costruzioni abusive e alla gestione del territorio, richiamando l'attenzione sulla necessità di un'interpretazione chiara e coerente delle normative in materia di edilizia e uso del suolo.