Per sanare l’abuso non basta l’autorizzazione sismica in sanatoria
Il TAR Campania, con la sentenza n. 854 del 31 gennaio 2025, ha chiarito che la realizzazione di un soppalco destinato a uffici all'interno di un capannone industriale richiede un'autorizzazione edilizia regolare
7 FEBBRAIO 2025
Il TAR Campania, con la sentenza n. 854 del 31 gennaio 2025, ha chiarito che la realizzazione di un soppalco destinato a uffici all'interno di un capannone industriale richiede un'autorizzazione edilizia regolare. Non è sufficiente, per sanare eventuali abusi edilizi, l'ottenimento di un'autorizzazione sismica in sanatoria. Questo principio è stato stabilito nella sentenza n. 854/2025, a seguito del ricorso di un'azienda che aveva installato un soppalco di 100 metri quadrati senza il previo rilascio di alcun titolo edilizio, avvalendosi unicamente di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) in sanatoria.
Il caso sottolinea l'importanza del rispetto delle normative edilizie, sottolineando che la sola Scia in sanatoria non è adeguata per regolarizzare opere che non possiedono le autorizzazioni edilizie necessarie. I giudici hanno respinto il ricorso presentato dall'azienda, evidenziando che non vi erano violazioni dei diritti di difesa, dato che le opere abusive erano state accuratamente descritte e documentate. Inoltre, hanno rilevato l'insufficienza della sola autorizzazione sismica in sanatoria per colmare la mancanza di un titolo edilizio idoneo, rimarcando la necessità di un provvedimento espresso da parte dell'Amministrazione per sanare la situazione, provvedimento che al momento non risulta essere stato ancora emesso.