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Condono inammissibile in caso di abusi edilizi in aree vincolate

Un caso di abuso edilizio in zona protetta mette in luce i limiti della legge sul condono, sancendo l'impossibilità di sanare opere che modificano superficie e volumetria

19 FEBBRAIO 2025

Nel 2004, una cittadina tenta di sanare un abuso edilizio di 19 mq attraverso la legge del condono del 2003, ma si scontra con il diniego del Comune: l’opera è stata realizzata in una zona già sottoposta a vincoli al momento della costruzione. Questa decisione si basa su una consolidata giurisprudenza che prevede che le modifiche edilizie in aree vincolate siano irriconciliabili con le normative di tutela paesaggistica e ambientale.

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La vicenda

La vicenda si dipana attraverso varie fasi giudiziarie, culminando con una sentenza del Consiglio di Stato che ribadisce: non sono ammissibili condoni per opere che introducono nuove superfici e volumetrie in zone soggette a vincoli paesaggistici o di inedificabilità. Questo verdetto si appoggia alle leggi italiane sul condono edilizio che, nonostante siano state concepite per sanare irregolarità diffuse, impongono restrizioni severe in presenza di vincoli preesistenti.

L'articolo procede poi a ricapitolare le norme e i precedenti giuridici, stabilendo chiaramente che qualsiasi tentativo di sanare abusi in aree protette senza rispettare i rigidi criteri stabiliti è destinato al fallimento. Tra questi, spicca la necessità che l'opera abusiva sia antecedente all’imposizione del vincolo e che non comporti aumenti di superficie o volumetria.

In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato (Sez. III), n. 8801 del 5 dicembre 2024 non solo conferma il diniego dell'amministrazione comunale ma impone anche alla ricorrente il rimborso delle spese legali, evidenziando la stringente necessità di proteggere l’integrità dei nostri paesaggi e beni culturali contro ulteriori insediamenti abusivi.

L'esito di questa vicenda rappresenta un chiaro messaggio sulla serietà con cui vengono trattati i casi di abuso edilizio in Italia, sottolineando l'importanza di preservare le zone vincolate da ulteriori alterazioni.