Il TAR Sicilia, (Sez. II), con la sentenza n. 293 del 4 febbraio 2025 stabilisce che una tettoia realizzata con una struttura in ferro e stabilmente ancorata al suolo non può essere considerata un'opera precaria. Questo perché la precarietà di un'opera è tipicamente associata alla facilità con cui può essere smontata o rimossa, caratteristica che non si applica a strutture fisse e robuste come quelle in ferro
5 MARZO 2025
Il TAR Sicilia, con la sentenza del 4 febbraio 2025, n. 293, ha chiarito alcuni aspetti fondamentali relativi alle costruzioni e alle pertinenze urbanistiche, con particolare riferimento alla natura delle opere e alla loro classificazione in termini di precarietà. Secondo questa sentenza, una tettoia realizzata con una struttura in ferro e stabilmente ancorata al suolo non può essere considerata un'opera precaria. Questo perché la precarietà di un'opera è tipicamente associata alla facilità con cui può essere smontata o rimossa, caratteristica che non si applica a strutture fisse e robuste come quelle in ferro.
La sentenza stabilisce inoltre che la nozione di pertinenza urbanistica si applica solamente a opere di modesta entità e strettamente accessorie rispetto a un’opera principale. Questo concetto viene meno quando si realizzano nuovi volumi o modifiche sostanziali alla sagoma di un fabbricato preesistente, come nel caso delle tettoie che, alterando la sagoma del fabbricato, richiedono permessi specifici.
Inoltre, il TAR ha ribadito l'importanza di ottenere le necessarie autorizzazioni amministrative prima di intraprendere qualsiasi intervento in aree sottoposte a vincoli, come quelle sismiche. Un esempio è l'installazione di uno scivolo in calcestruzzo per l'abbattimento delle barriere architettoniche: anche se può sembrare un'attività minore, se realizzata in un'area vincolata, richiede comunque l'approvazione dell'autorità competente.
Queste decisioni seguono un filone consolidato nella giurisprudenza italiana, che mira a mantenere il controllo sugli interventi edilizi, assicurando che ogni costruzione o modifica rispetti le normative vigenti per prevenire abusi edilizi e garantire la sicurezza. La sentenza si inserisce in un contesto più ampio di giurisprudenza relativa alle costruzioni, e i precedenti citati (come quelli del TAR Palermo e del TAR Catania) confermano l'approccio stringente dell'amministrazione nella gestione delle norme urbanistiche ed edilizie.