15 MAGGIO 2025
Con l’atto n. 4949 del 16 aprile 2025, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) interviene su un tema chiave nell’esecuzione dei contratti pubblici: la legittimità delle varianti in corso d’opera. Il chiarimento è netto: non è sufficiente che la modifica al contratto rispetti i limiti quantitativi imposti dal Codice dei contratti pubblici; è necessario, in via prioritaria, che sussistano precise condizioni normative che ne giustifichino l’adozione.
L’ANAC sottolinea che solo circostanze impreviste e imprevedibili, sopravvenute dopo la stipula del contratto, possono legittimare una variante senza il ricorso a una nuova gara. In assenza di tali presupposti, ogni valutazione sulla soglia quantitativa diventa irrilevante. È una posizione che rafforza il presidio contro modifiche contrattuali arbitrarie e tutela la concorrenza, evitando aggiramenti delle regole sull’evidenza pubblica.
Il messaggio rivolto alle stazioni appaltanti è chiaro: documentare accuratamente le ragioni della variante è essenziale, ancor prima di verificarne la portata economica. Per gli operatori economici, si conferma la necessità di presidiare con attenzione ogni fase della modifica contrattuale, per garantire trasparenza, legalità e certezza giuridica.