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Impianti di telecomunicazione: le Regioni non possono introdurre nuovi oneri nel procedimento autorizzativo

Focus sulla sentenza della Corte Costituzionale, 17 luglio 2025, n. 108
 
 
 
 

23 LUGLIO 2025

Mediante sentenza datata 17 luglio 2025, n. 108, la Corte Costituzionale ha chiarito i limiti entro cui le Regioni possono intervenire nella regolazione degli impianti di telecomunicazione, ribadendo il principio secondo cui non possono imporre obblighi ulteriori rispetto a quelli già stabiliti dalla normativa statale. La questione ha avuto origine da una norma regionale del Molise, la quale imponeva, tra i documenti da allegare all’istanza di autorizzazione per l’installazione degli impianti, anche un atto d’impegno alla corretta manutenzione dell’impianto e al ripristino del sito a dismissione avvenuta.
Il Governo aveva impugnato la disposizione dinanzi alla Consulta, ritenendola lesiva della competenza statale in materia di ordinamento delle comunicazioni. La Corte ha accolto il ricorso, sancendo un principio di portata generale: le Regioni non possono appesantire i procedimenti autorizzativi con adempimenti non previsti dalla legge statale.
Il principio costituzionale: competenza esclusiva statale sulle comunicazioni
Nella propria decisione, la Consulta ha richiamato l’articolo 117, comma 2, lettera l), della Costituzione, che assegna allo Stato la competenza legislativa esclusiva in materia di ordinamento delle comunicazioni. Ne deriva che le Regioni possono legiferare solo nei limiti fissati dalla normativa statale e non possono introdurre obblighi ulteriori che modifichino, anche solo in via procedurale, l’assetto autorizzativo disciplinato dal codice delle comunicazioni elettroniche (d.lgs. n. 259/2003).
La previsione molisana è stata ritenuta costituzionalmente illegittima nella parte in cui impone un nuovo adempimento formale, benché apparentemente coerente con i principi di tutela ambientale e sicurezza. La Corte ha precisato che tali finalità sono già perseguite attraverso l’applicazione delle disposizioni statali vigenti, che prevedono, tra l’altro, l’obbligo di ripristino dei luoghi a carico del gestore.
Implicazioni per Regioni e operatori: semplificazione e certezza giuridica
La pronuncia costituisce un importante chiarimento in un ambito strategico come quello delle telecomunicazioni, specie alla luce dello sviluppo della rete 5G. Essa rafforza l’esigenza di uniformità e semplificazione procedurale su tutto il territorio nazionale, tutelando l’interesse pubblico all’efficiente diffusione delle infrastrutture digitali.
Per le Regioni, il messaggio è chiaro: non è consentito introdurre regole procedurali aggiuntive, anche se apparentemente innocue. Per gli operatori, la sentenza rafforza la certezza del diritto, garantendo un quadro normativo coerente e prevedibile, nel rispetto del principio di parità di condizioni operative su scala nazionale.