ISPRA: Dissesto idrogeologico, il 94,5% dei Comuni italiani è soggetto a rischio
Disponibile la quarta edizione del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia nel 2024
25 AGOSTO 2025
L’Italia si conferma come uno dei Paesi europei più vulnerabili al dissesto idrogeologico. Secondo l’edizione 2024 del Rapporto ISPRA, il 94,5% dei Comuni italiani è soggetto a rischio per frane, alluvioni, valanghe o erosione costiera. Le condizioni geologiche, morfologiche e climatiche, aggravate dall’intensa antropizzazione e dai cambiamenti climatici, pongono oltre 1,28 milioni di cittadini a rischio frane nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata e 6,8 milioni a rischio alluvioni nello scenario a pericolosità idraulica media. Un dato che evidenzia una strutturale fragilità del territorio.
Frane, alluvioni ed erosione: i numeri del rischio
Il Rapporto documenta
oltre 636.000 frane censite nell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia tra il 1116 e il 2024: quasi due terzi del totale europeo. Gli eventi più significativi degli ultimi anni includono le frane a Ischia (2022), in Emilia-Romagna (2023) e a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta (2024). Il 28% dei fenomeni franosi è caratterizzato da un movimento rapido e distruttivo.
Per quanto riguarda le aree a rischio, la nuova
Mosaicatura nazionale 2024 evidenzia che
69.500 km² di territorio (23% dell’intera superficie nazionale) sono interessati da pericolosità da frana. Le sole aree a rischio elevato e molto elevato (classi P3 e P4) coprono il 9,5% del territorio, con una crescita del 15% rispetto al biennio 2020-2021. Il Rapporto include inoltre dati su
582.000 famiglie, 742.000 edifici, 75.000 imprese e oltre
14.000 beni culturali esposti a rischio nelle aree a maggiore pericolosità da frana.
Implicazioni operative: pianificazione, monitoraggio e PNRR
Il Rapporto ISPRA fornisce strumenti concreti per la programmazione di interventi strutturali e non.
Le piattaforme
IdroGEO e
ReNDiS consentono l’accesso ai dati aggiornati su fenomeni franosi e finanziamenti per la mitigazione del rischio, mentre sono in corso progetti finanziati dal
PNRR per migliorare il monitoraggio satellitare e ambientale del territorio.
Una delle implicazioni più rilevanti riguarda l’uso degli
indicatori di rischio nelle politiche pubbliche: già adottati nella programmazione dei fondi strutturali europei e nelle valutazioni ambientali per interventi infrastrutturali, tali indicatori assumono oggi una centralità anche nelle analisi di rischio assicurativo e finanziario per imprese e operatori dei servizi essenziali.