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Immobile abusivo sotto sequestro: il ruolo dell’istanza di dissequestro

La sentenza del Consiglio di Stato, (Sez. VII), del 12 agosto 2025, n. 7029, chiarisce le modalità per adempiere all’ordine di demolizione senza ledere il diritto di difesa del privato
 
 
 
 

2 SETTEMBRE 2025

La gestione degli immobili abusivi sottoposti a sequestro penale rappresenta un nodo critico per le amministrazioni locali e per i privati coinvolti. La recente pronuncia del Consiglio di Stato, (Sez. VII), del 12 agosto 2025, n. 7029, definisce con chiarezza i confini giuridici nei quali il privato può agire per eseguire l’ordine di demolizione senza compromettere le proprie strategie difensive.

Istanza di dissequestro: obbligo e opportunità


Nel caso in cui un immobile abusivo sia sottoposto a sequestro penale, il privato deve rivolgersi al giudice penale per chiedere il dissequestro del bene prima di procedere alla demolizione. La Corte precisa che questa istanza non costituisce una contraddizione rispetto al diritto di difesa: il privato può tutelare i propri interessi processuali chiedendo accertamenti probatori sul bene, memorizzando le caratteristiche utili a eventuali difese o contestazioni.

L’istanza di dissequestro, inoltre, sospende il termine di novanta giorni previsto per l’esecuzione della demolizione, evitando che scada durante la fase di valutazione del giudice penale. Solo in caso di accoglimento dell’istanza decorre il termine residuo a partire dalla restituzione del bene, garantendo così un equilibrio tra esigenze dell’amministrazione e tutela dei diritti del privato.

Impatti pratici per la PA e i privati


Dal punto di vista operativo, la sentenza del Consiglio di Stato fornisce una bussola chiara per le amministrazioni chiamate a gestire ordini di demolizione. La possibilità di sospendere i termini tramite l’istanza di dissequestro consente di evitare conflitti procedurali e contenziosi evitabili, riducendo il rischio di inefficienze nella gestione degli immobili abusivi.
Per il privato, la presentazione dell’istanza rappresenta un atto non oneroso che tutela il diritto di difesa e può costituire scriminante in caso di rigetto. La pronuncia rafforza quindi la centralità del coordinamento tra giudice penale e amministrazione, sottolineando l’importanza di rispettare i termini procedurali senza compromettere la legalità e la correttezza del procedimento.