Strutture alberghiere: vincolo di destinazione d’uso e libertà economica a confronto
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 144 del 7 ottobre 2025 dichiara l’incostituzionalità del vincolo regionale quando impedisce motivati svincoli per comprovata non convenienza economica
13 OTTOBRE 2025
La sentenza n. 143 del 7 ottobre 2025 della Corte costituzionale affronta il tema della compatibilità tra vincoli di destinazione d’uso e libertà di iniziativa economica privata, chiarendo i limiti del controllo regionale sulle strutture ricettive.
Vincolo di destinazione d’uso e principio di ragionevolezza
Con la sentenza depositata, la Corte costituzionale ha accolto le questioni sollevate dal
TAR Liguria, dichiarando incostituzionale l’articolo 2, comma 2, della legge regionale Liguria n. 1/2008, come sostituito dall’art. 2, comma 4, della legge n. 4/2013. La norma, infatti, impediva ai proprietari di immobili vincolati ad uso albergo di presentare una
istanza motivata di svincolo anche in presenza di comprovata insostenibilità economica della struttura ricettiva.
La Corte ha ritenuto che la disciplina regionale fosse
lesiva degli articoli 3 e 41 della Costituzione, poiché rendeva difficilmente praticabile la rimozione del vincolo alberghiero e disconosceva la rilevanza della sostenibilità economica dell’impresa. In questo modo, il legislatore regionale instaurava un
assetto irragionevole, che può compromettere la tutela degli interessi pubblici e, al contempo, ostacolare l’effettivo potenziamento dell’offerta ricettiva, scoraggiando gli operatori dal mercato.
Libertà di iniziativa economica e principio di proporzionalità
La Corte costituzionale ha inoltre sottolineato che il vincolo restrittivo compromette il
nucleo essenziale della libertà di iniziativa economica privata, impedendo all’imprenditore di adottare scelte organizzative adeguate e coerenti con la realtà del mercato. Secondo la pronuncia, un vincolo configurato in termini eccessivamente restrittivi viola anche il
principio di proporzionalità, che richiede di privilegiare misure idonee a ridurre al minimo il sacrificio degli interessi contrapposti, tutelando al contempo l’interesse generale e la corretta gestione del territorio.
In conclusione, la sentenza n. 143 rappresenta un punto di riferimento essenziale per gli operatori del settore alberghiero e per le amministrazioni regionali: sottolinea l’importanza di bilanciare
vincoli urbanistici e sostenibilità economica, assicurando strumenti efficaci per la gestione delle strutture ricettive senza compromettere la libertà imprenditoriale.