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Censimento autovelox 2025: novità dal MIT e stop agli apparecchi non registrati

12 SETTEMBRE 2025

Il question time dell’11 settembre 2025 in Senato ha chiarito i contorni della disciplina sugli autovelox: il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha confermato l’avvio di una piattaforma digitale per il censimento nazionale dei dispositivi di controllo della velocità, obbligando gli enti locali a comunicare entro ottobre le postazioni attive. Senza tale registrazione gli apparecchi non potranno più essere utilizzati per elevare sanzioni.

Interrogazione e risposta
 
Di seguito l’interrogazione parlamentare:
 
INTERROGAZIONE SUL CENSIMENTO E SULLA DISCIPLINA DEI DISPOSITIVI ELETTRONICI DI CONTROLLO DELLA VELOCITÀ (3-02133) (10 settembre 2025)BERGESIO, ROMEO, GERMANÀ, MINASI, POTENTI, CANTÙ – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti –
                    
Premesso che:
i dispositivi elettronici di controllo della velocità (autovelox) hanno la finalità di limitare gli incidenti stradali nelle zone più sensibili e a rischio delle strade; tuttavia, occorre evitare che si trasformino in una vessazione per gli automobilisti, che spesso incorrono in pesanti contravvenzioni e sanzioni, a causa di sistemi di controllo disseminati nei punti meno opportuni e i cui parametri tecnici di rilevamento sono poco chiari;
da oltre un decennio si attende una disciplina di armonizzazione e chiarezza rispetto all’utilizzo di tali dispositivi e recenti pronunce della Corte di cassazione, che hanno stabilito la contestabilità delle sanzioni derivanti da dispositivi non “omologati”, ma solamente approvati da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, hanno reso quanto mai urgente intervenire per definire un quadro normativo certo sulla materia, a beneficio di tutti gli utenti e delle stesse amministrazioni locali;
il Ministro in indirizzo, sin dal suo insediamento, si è attivato sulla questione con diversi provvedimenti normativi, nonché con l’istituzione di un tavolo tecnico, che ha visto la partecipazione anche dell’ANCI e degli altri Ministeri competenti, volto a definire criteri chiari e univoci sui requisiti di omologazione dei dispositivi. Dal tavolo è emersa la necessità di procedere, per la prima volta, a un censimento di tutti i dispositivi presenti sul territorio nazionale;
un emendamento della Lega approvato alla Camera dei deputati in sede di conversione del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73, ha stabilito l’obbligo per i Comuni e per gli altri enti accertatori di comunicare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti gli autovelox presenti sul proprio territorio, comunicazione che è necessaria ai fini del loro utilizzo. Per l’attuazione della disposizione è previsto un termine di sessanta giorni per l’emanazione del decreto, che deve istituire la piattaforma digitale su cui verranno raccolte le informazioni fornite dagli enti competenti;
su organi di stampa, con notizie che sembrano agli interroganti più volte a generare il panico che a fornire informazioni, è stato affermato che dal 18 ottobre 2025 tutti gli autovelox non censiti dovranno essere disattivati, indipendentemente dall’omologazione o dalla loro posizione,
si chiede di sapere quali siano le azioni intraprese dal Ministro in indirizzo in merito al censimento degli autovelox e quali ulteriori iniziative intenda adottare per procedere ad un riordino della disciplina relativa ai dispositivi in esame, al fine di garantirne un uso responsabile, trasparente e realmente commisurato allo scopo.
 
 
PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all’interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
 
SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signora Presidente, ringrazio il Gruppo della Lega per l’insidioso quesito che mi permette di rispondere sulla vicenda degli autovelox. Non c’è Fleximan qua sul banco del Consiglio dei ministri, ma un Ministro che da quasi tre anni sta cercando di portare un po’ di ordine, di semplificazione, di sicurezza e velocità insieme sulle strade italiane.
Lei ha ragione, quello che non è tollerabile è che venga usato il tema fondamentale della sicurezza stradale e della vita di motociclisti, ciclisti, pedoni e automobilisti per fare cassa sulla pelle di chi ogni giorno si alza la mattina per andare a lavorare. Pertanto, abbiamo deciso di chiedere una mappatura degli autovelox in Italia, cosa che incredibilmente a oggi non c’è: non si sa quanti sono, da quanto tempo ci sono, se e come sono stati omologati e a che fine sono stati installati.
Per questo nel mese di agosto abbiamo lanciato un’operazione trasparenza, istituendo una piattaforma telematica per la raccolta dei dati relativi agli autovelox da parte di tutti gli enti locali, che avranno tempo fino a ottobre per registrare su questa piattaforma, ormai in via di definizione, i dispositivi presenti sul proprio territorio. In assenza di tale comunicazione, gli autovelox non comunicati non potranno essere più utilizzati per accertare violazioni al codice della strada. L’obiettivo è quindi chiaro: tutelare la sicurezza, ma anche il diritto al lavoro di milioni di italiani che devono poter essere avvisati di come vengono protetti sulle strade. Si tratta di una battaglia non politica, ma di civiltà.
Parlando di sicurezza stradale (altro tema da lei citato), non si tratta di punire: il nuovo codice della strada non è punitivo, ma è protettivo. Partendo dagli oltre 3.000 morti sulle strade italiane a inizio legislatura, grazie anche al contributo spesso positivo dei parlamentari di maggioranza e di opposizione, abbiamo approvato un nuovo codice della strada. Quali sono i dati, perché poi nella vita e in politica, soprattutto se fa il Ministro, contano i numeri, i dati, al di là delle impressioni e delle suggestioni? Ebbene, nei primi nove mesi di entrata in vigore del nuovo codice della strada, secondo i dati ufficiali di Polizia stradale e Arma dei carabinieri (quindi non di casa Salvini), si sono registrati, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, 91 morti in meno, 1.012 feriti in meno, 703 incidenti in meno. Fosse stato anche uno solo il morto in meno sarei orgoglioso del lavoro che tutti insieme abbiamo fatto. Aver riportato a casa sani e salvi grazie a inviti alla prudenza (il divieto di usare il telefonino alla guida, il divieto di guidare sotto effetto di sostanze che alterano la situazione psicofisica dell’autista), avere registrato 91 morti in meno, avere riportato a casa 91 ragazzi, lavoratrici e lavoratori, ciclisti e motociclisti salvi in più rispetto all’anno scorso per me è motivo di profondo orgoglio. (Applausi).