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Videosorveglianza nei negozi: l’allarme del Garante e la richiesta a Confcommercio

1 SETTEMBRE 2025

Con una lettera indirizzata a Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, il Garante per la protezione dei dati personali ha lanciato un chiaro segnale d’allarme: l’uso improprio dei sistemi di videosorveglianza all’interno degli esercizi commerciali è sempre più diffuso, con ricadute rilevanti sul piano della tutela della privacy e del rispetto delle norme sul trattamento dei dati personali.

 
L’intervento segue numerose ispezioni condotte dalle Forze dell’ordine, dal Nucleo tutela privacy della Guardia di Finanza e dalle Polizie locali, che hanno evidenziato violazioni gravi e sistematiche della normativa. In molti casi, gli esercizi sanzionati sono risultati privi delle informative obbligatorie, oppure avevano installato telecamere rivolte verso la pubblica via o proprietà private, in palese violazione del principio di proporzionalità.
 
In altri casi, ancor più gravi, le riprese venivano utilizzate per controllare i dipendenti, senza l’adozione delle tutele previste dallo Statuto dei lavoratori (legge n. 300/1970, art. 4) e senza gli accordi sindacali o l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro richiesti dalla legge. Anche l’audio non autorizzato e la conservazione delle immagini oltre i tempi consentiti sono risultate tra le violazioni più frequenti.
 
Il riferimento alle Linee guida europee e alla normativa vigente
 
 
Nel richiamare l’attenzione di Confcommercio, il Garante ha indicato come strumenti fondamentali di riferimento le Linee guida 3/2019 del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), che fissano i principi di liceità, necessità e proporzionalità nell’uso delle tecnologie di videosorveglianza. A queste si aggiunge la pagina tematica presente sul sito ufficiale dell’Autorità, che raccoglie le indicazioni operative e i casi ricorrenti di violazione.
 
L’obiettivo è duplice: da un lato garantire la sicurezza dei beni e delle persone all’interno degli esercizi commerciali; dall’altro assicurare che tale obiettivo non venga perseguito a discapito dei diritti fondamentali di cittadini e lavoratori. Un equilibrio che la normativa comunitaria e nazionale cerca di salvaguardare attraverso obblighi informativi, limitazioni temporali, modalità di trattamento corrette e trasparenza nei rapporti con i soggetti interessati.
 
Il Garante, pur riconoscendo l’importanza crescente della videosorveglianza come strumento di sicurezza e deterrenza, ribadisce che essa deve avvenire nel rispetto della disciplina sulla protezione dei dati personali (Regolamento UE 2016/679 – GDPR) e della legislazione nazionale in materia.