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Cimitero comunale: varianti illegittime, gestione inefficiente dell’appalto, inadempimenti contrattuali

Gestione inefficiente dell’appalto pubblico. Approvazione di varianti contrattuali illegittime. Sospensione illegittima dei lavori. Inadempimento delle prescrizioni contrattuali.

13 GENNAIO 2023

Sono questi alcuni dei punti sollevati dall’Autorità Anticorruzione, nella ricostruzione fatta della gestione di un importante Comune campano, con riferimento ai lavori di ampliamento e gestione del cimitero comunale.

Al termine di un accurato e dettagliato procedimento di vigilanza, Anac ha appurato una lunga serie di inefficienze, cattiva gestione e illegittimità dell’amministrazione comunale del Comune campano, che vanno avanti da dieci anni. Nel 2012, infatti, il Comune ha deliberato di affidare in concessione la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di riqualificazione del cimitero, con la costruzione di un tempio crematorio.

Proprio il forno crematorio era alla base del funzionamento della concessione: il concessionario si accollava i costi dei lavori, e li avrebbe ammortizzati attraverso la gestione dei servizi cimiteriali (tempio crematorio e lampade votive).

In realtà il Comune, cammin facendo, ha stravolto la concessione, violando la normativa e il Codice degli Appalti, obbligando il concessionario ad anticipare la gestione del cimitero, e decidendo poi di non realizzare più il forno. Il tutto portando il consorzio concessionario ad essere impossibilitato a garantire la prosecuzione della “gestione anticipata” del cimitero. Di qui l’esposto ad Anac.

Da quanto accertato dall’Autorità, sono emersi enormi ritardi nell’avvio dei lavori (la fine dell’opera era fissata per il novembre 2016), con l’approvazione da parte del Comune di due varianti al progetto, che hanno comportato l’adozione e l’allungamento dei tempi previsti per il completamento dei lavori.

La prima variante del 2014 ha modificato il progetto iniziale, riducendo il numero dei loculi e i piani di altezza. La seconda variante (del 2017) è dipesa dal rinvenimento nell’area di ampliamento del passaggio della condotta del gas metano, che non era stata prevista dal Comune. Per quanto riguarda il forno crematorio, i lavori sono stati avviati nel 2019, ma poi sospesi per via di una petizione di un comitato “No Forno”. Senza la costruzione del Tempio crematorio, il piano economico finanziario del consorzio concessionario è venuto meno, avviando un contenzioso che ha di fatto reso non proseguibile la collaborazione.

Le conseguenti accurate verifiche di Anac si sono concluse con un giudizio netto: “L’Autorità Anticorruzione constata una gestione inefficiente e un inadempimento grave da parte del Comune”. In base agli accertamenti di Anac, la decisione del Comune di anticipare l’affidamento della gestione del cimitero rispetto a quanto stabilito del contratto, per fare cassa sulla riduzione delle spese di manutenzione e il risparmio di spese di personale, ha di fatto alterato il contratto, con una modifica di parte, incidendo sull’equilibrio economico della concessione. La sospensione dei lavori, poi, ha causato un doppio allungamento temporale, sia per la gestione anticipata che per le sospensione vera e propria.

Per quanto riguarda la variante decisa dal Comune per ovviare alla presenza delle condotte del gas metano sul terreno dove doveva sorgere l’ampliamento del cimitero, Anac ha appurato che la presenza della condotta non era stata riportata negli atti di esproprio e non era stata dichiarata dalla ditta espropriata. Morale: i lavori hanno dovuto essere sospesi. Anac fa presente che non si può parlare assolutamente di “cause impreviste e imprevedibili”, e quindi la sospensione dei lavori è da ritenersi illegittima.

Per quanto riguarda la mancata realizzazione del forno crematorio, una volta iniziati i lavori, di fatto è venuto meno la principale fonte di finanziamento per il concessionario.

Questo fatto, insieme alla gestione anticipata dei lavori imposta al concessionario, e agli enormi ritardi nei lavori per responsabilità dell’amministrazione comunale, si è determinato – puntualizza Anac – un inevitabile effetto negativo sul rendimento della concessione, e quindi sull’equilibrio economico-finanziario della stessa.  Di qui le conclusioni dell’Autorità Anticorruzione.

Anac rileva:

1) una gestione inefficiente della commessa pubblica, tenuto conto dei ritardi dei lavori e della mancanza di realizzazione del tempio crematorio, essenziale nel piano generale del rapporto concessorio;
2) l’approvazione di varianti contrattuali illegittime in quanto assunte al di fuori della legge;
3) la sospensione illegittima dei lavori, avvenuta per cause diverse da quelle stabilite dalla legge;
4) l’inadempimento delle prestazioni contrattuali con riguardo alla consegna della gestione, alla realizzazione del forno e al riequilibrio delle condizioni economiche.