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Consiglio di Stato: i chiarimenti non possono integrare la disciplina di gara

18 SETTEMBRE 2019

Nella sentenza n. 6026 del 2 settembre 2019 il Consiglio di Stato ha escluso che la stazione appaltante, a mezzo di chiarimenti auto-interpretativi, possa modificare o integrare la disciplina di gara, pervenendo ad una sostanziale disapplicazione della lex specialis del concorso, precisando che i chiarimenti sono invero ammissibili se contribuiscono, con un’operazione di interpretazione del testo, a renderne chiaro e comprensibile il significato e/o la ratio, ma non quando, proprio mediante l’attività interpretativa, si giunga ad attribuire ad una disposizione del bando un significato ed una portata diversa e maggiore di quella che risulta dal testo stesso, in tal caso violandosi il rigoroso principio formale della lex specialis, posto a garanzia dei principi di cui all'art. 97 della Costituzione; inoltre, i chiarimenti non possono in alcun caso integrare la lex specialis ed essere vincolanti per la commissione giudicatrice; nel caso specifico, i giudici accolgono il ricorso in quanto dal confronto testuale tra un chiarimento fornito dalla stazione appaltante (in risposta ad un quesito) e una prescrizione del disciplinare di gara, emergeva che con il primo la stazione appaltante aveva in realtà integrato il contenuto della seconda, inserendovi dei nuovi elementi aventi lo scopo di restringere il novero dei servizi utilizzabili dai concorrenti ai fini della partecipazione alla procedura di gara.

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