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Peculato nella gestione dei servizi cimiteriali: la Cassazione chiama in causa i concessionari

7 LUGLIO 2025

Con la sentenza n. 10068, depositata il 13 marzo 2025, la VI Sezione Penale della Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio per gli enti pubblici in tema di responsabilità patrimoniale nella gestione di servizi esternalizzati. In particolare, la Suprema Corte ha qualificato come delitto di peculato l’omesso versamento al Comune da parte del legale rappresentante della società convenzionata per la gestione dei servizi cimiteriali dei canoni riscossi per la concessione degli spazi di sepoltura.

 
Il rilievo della pronuncia è notevole per tutti gli operatori pubblici, specie negli enti locali, poiché chiarisce che il reato può configurarsi anche in capo a soggetti formalmente esterni alla pubblica amministrazione, ma che gestiscono risorse pubbliche per conto di essa.
Secondo i giudici di legittimità, infatti, il gestore privato, una volta riscosse le somme dovute dai cittadini per i servizi cimiteriali, agisce nella veste di incaricato di pubblico servizio e ha l’obbligo giuridico di riversare tali somme all’ente titolare del servizio. L’appropriazione o la mera omissione di tale versamento integra quindi il reato di peculato, con tutte le conseguenze penali del caso.