Idrico in house, l’Anac sollecita i Comuni a rafforzare il controllo
8 SETTEMBRE 2025
Maggiore incisività nel controllo da parte dei Comuni sulla società regionale che gestisce in house il servizio idrico integrato. È quanto richiesto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con il parere n. 32 del 30 luglio 2025, rivolto a una grande regione del Levante, alla luce delle recenti novità normative contenute nel D.L. 153/2024 e nella L.R. 14/2024.
Secondo l’Anac, l’assetto attuale non garantisce la piena conformità al modello europeo e nazionale dell’affidamento in house, soprattutto per la partecipazione debole dei Comuni soci, frammentata e priva di strumenti efficaci per incidere su governance e gestione.
Le principali criticità evidenziate riguardano la nomina del CdA, affidata a un Comitato di Coordinamento e Controllo poco rappresentativo (6 membri per 257 Comuni) e con poteri limitati. La semplice maggioranza per le deliberazioni e l’assenza di un criterio ponderato sulla base della popolazione riducono, secondo l’Autorità, l’efficacia del controllo analogo.
Dubbi anche sulla durata del Comitato, fissata in tre anni rinnovabili due volte, giudicata “peggiorativa” rispetto ai limiti previsti dalla normativa regionale. Inoltre, le modalità operative e i poteri del Comitato non assicurano una reale capacità di incidere sulle scelte strategiche e gestionali della società.
L’Anac sollecita pertanto una revisione dello statuto societario che rafforzi i poteri di direzione e controllo dei Comuni, condizione imprescindibile per la legittimità dell’affidamento in house secondo la giurisprudenza del Consiglio di Stato e la disciplina europea.