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Patrimonio immobiliare, la Corte dei conti:” Aggiornare l’inventario è un dovere dell’ente”

ribadisce che la valorizzazione del patrimonio pubblico passa dalla ricognizione puntuale e dall’aggiornamento dell’inventario, oggi cardine della riforma contabile Accrual
 
 
 
 
 

3 NOVEMBRE 2025

La valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico è oggi uno degli ambiti più delicati della gestione finanziaria degli enti locali. La Corte dei Conti, sez. regionale di controllo per la Basilicata, con la deliberazione del 14 ottobre 2025, n.119 richiama gli enti al rispetto di un principio cardine: senza un inventario aggiornato e attendibile, non può esserci una reale politica di valorizzazione né una rappresentazione veritiera del bilancio.
L’organo di controllo evidenzia come la riforma contabile Accrual, ormai al centro del processo di modernizzazione della pubblica amministrazione, richieda un approccio dinamico alla gestione dei beni, fondato su conoscenza, trasparenza e responsabilità gestionale.

L’inventario come strumento di buona amministrazione

La Corte dei Conti, sez. regionale di controllo per la Basilicata, con la deliberazione del 14 ottobre 2025, n.119 ha sottolineato che l’aggiornamento dell’inventario dei beni immobili rappresenta un obbligo per gli enti locali, in quanto prerequisito essenziale per una corretta valorizzazione del patrimonio pubblico.
L’intervento della magistratura contabile prende le mosse dall’analisi dei questionari relativi ai rendiconti 2023 di un Comune lucano, evidenziando criticità nella capacità di gestione e valorizzazione dei beni patrimoniali.
Secondo la Corte, solo una ricognizione completa e aggiornata del patrimonio immobiliare consente di elaborare politiche efficaci di manutenzione, razionalizzazione e utilizzo dei beni, in linea con i principi di efficienza, economicità e trasparenza.

L’inventario come perno della riforma Accrual

Nel nuovo quadro della contabilità pubblica armonizzata, le attività inventariali assumono un ruolo strategico, anche in vista della riforma Accrual, che introduce criteri di competenza economica per la rappresentazione del bilancio.
L’inventario – osserva la Corte – non è un mero elenco statico di beni, ma un documento dinamico che deve evidenziare l’esistenza, il numero e il valore dei beni patrimoniali alla data di riferimento.
A supporto di tali operazioni, gli enti devono implementare il fascicolo del fabbricato, aggiornato almeno ogni cinque anni, contenente tutte le informazioni identificative, strutturali, impiantistiche e ambientali. Questo strumento, gestito dal rappresentante legale dell’ente, garantisce un quadro conoscitivo completo e aggiornato sullo stato e sull’evoluzione del patrimonio immobiliare.

Un indicatore di efficienza gestionale

La Corte dei conti ribadisce che la gestione del patrimonio immobiliare è un banco di prova della capacità amministrativa degli enti locali.
Da elemento tradizionalmente marginale, la gestione del patrimonio si è trasformata in un indicatore cruciale di solidità e responsabilità gestionale, specie in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità finanziaria e alla trasparenza dell’azione pubblica.
In sintesi, l’aggiornamento dell’inventario non è un adempimento burocratico, ma una condizione necessaria per misurare l’efficienza delle amministrazioni e valorizzare il patrimonio pubblico come leva di sviluppo e innovazione.