Analisi 2025: la convenienza del mutuo tasso variabile tra pro e contro
Nel 2025 il mutuo a tasso variabile torna competitivo: vantaggi, rischi e profili ideali in vista del possibile allentamento monetario della BCE
13 NOVEMBRE 2025
La scelta di un mutuo nell’autunno del 2025 pone i mutuatari di fronte a un panorama radicalmente mutato rispetto all’era ormai lontana dei tassi zero. Il mercato sconta ancora gli effetti della rapida e intensa stretta monetaria attuata dalla Banca Centrale Europea tra il 2022 e il 2023 per frenare l’escalation inflazionistica. Sebbene quel ciclo di rialzi abbia portato l’Euribor, l’indice di riferimento per i variabili, a livelli che non si vedevano da oltre un decennio, ora lo scenario macroeconomico è in evoluzione. Con l’inflazione che mostra segni di stabilizzazione verso gli obiettivi, la discussione su un percorso di allentamento monetario è diventata concreta. Questo ha reso l’opzione mutuo tasso variabile nuovamente oggetto di attenta valutazione, costringendo a bilanciare il costo attuale con le aspettative di future, possibili riduzioni. La scelta tra la stabilità del fisso e l’incertezza del variabile è quindi più aperta.
Il peso dell’incertezza sulla rata
Il principale svantaggio del mutuo tasso variabile risiede nella sua intrinseca
imprevedibilità. La rata mensile è direttamente e meccanicamente collegata all’andamento dell’indice Euribor, il quale riflette fedelmente le decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea. L’esperienza degli ultimi anni ha fornito una dimostrazione concreta di come questo meccanismo possa tradursi in
impennate repentine e significative dell’importo da rimborsare. Questi shock possono mettere sotto forte pressione i bilanci familiari, specialmente quelli meno strutturati. Chi opta per questa formula deve necessariamente possedere una solida capacità di reddito, un’entrata stabile e sufficiente marginalità per
poter assorbire eventuali aumenti della rata senza incorrere in difficoltà di pagamento. La pianificazione finanziaria a lungo termine risulta inevitabilmente complessa, poiché il costo totale del finanziamento e l’esborso mensile non sono determinabili a priori.
La possibilità di riduzione dei tassi
Se il rischio rappresenta il rovescio della medaglia, la
potenziale convenienza futura costituisce il principale fattore di attrazione. Scegliere un variabile nel contesto attuale significa posizionarsi in attesa di un’inversione di tendenza da parte delle autorità monetarie. Nel momento in cui la BCE, rassicurata dal rientro dell’inflazione, dovesse inaugurare o proseguire un ciclo di tagli dei tassi di interesse per stimolare l’economia, i possessori di mutui variabili sarebbero i primi e immediati beneficiari. La loro rata inizierebbe a diminuire progressivamente, alleggerendo l’onere mensile. È opportuno ricordare che, analizzando i dati storici su orizzonti temporali molto estesi (25-30 anni), il tasso variabile si è spesso rivelato, a consuntivo,
complessivamente più economico rispetto al tasso fisso. Quest’ultimo, infatti, (tramite l’indice IRS) “prezza” la sicurezza, includendo già nel suo calcolo le aspettative future sui tassi e un premio per il rischio che la banca si assume nel bloccare l’importo per decenni.
Un bilancio tra profilo di rischio e orizzonte temporale
La convenienza del variabile non è quindi un dato assoluto, ma dipende strettamente dal profilo soggettivo del debitore e dalle sue specifiche esigenze. Questa soluzione è generalmente sconsigliata a chi acquista la prima casa disponendo di un budget limitato o a chi assegna un valore prioritario alla tranquillità psicologica di una spesa fissa e certa nel tempo. È, al contrario, un’opzione da considerare per
soggetti con redditi solidi, magari con prospettive di crescita professionale, e con un’elevata tolleranza al rischio finanziario. Inoltre, il variabile può rivelarsi una
scelta strategica per mutui di breve durata o per coloro che prevedono di effettuare
estinzioni anticipate parziali o totali. In un arco temporale ridotto, infatti, il rischio statistico di subire rialzi prolungati e consistenti dei tassi si attenua notevolmente.