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Emergenza Coronavirus: nella PA almeno il 30% dei dipendenti ancora in smart working

Il programma della "fase 2" nel pubblico impiego: le direttive dell'INAIL sull'uso delle mascherine

27 APRILE 2020

Nella Pubblica Amministrazione la ripartenza sarà ancora legata per almeno un terzo delle attività al lavoro a distanza. Ad annunciarlo è il ministro della PA, Fabiana Dadone Così anche nella “fase 2”, quella della ripartenza del Paese nell’emergenza da Coronavirus, quindi dopo il 4 maggio, lo smart working sarà ancora un elemento essenziale del lavoro e dei servizi pubblici, restando comunque la modalità "ordinaria" di organizzazione del lavoro negli uffici pubblici.

“Dobbiamo ora consolidare il grande cambiamento che abbiamo avviato in emergenza. Vanno individuati gli strumenti migliori per garantire che lo smart working rimanga nel tempo un'importante modalità organizzativa, almeno al 30%. Dobbiamo assicurare tutte le tutele e le prerogative del lavoratore assieme alle soluzioni per far sì che il lavoro agile aiuti a erogare migliori servizi ai cittadini".
Nel frattempo l'INAIL chiede di prevedere “di norma, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l'utilizzo di una mascherina chirurgica”.