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Smart working, il 94% dei dipendenti pubblici vuole proseguire

I dati della ricerca di Fpa

 

4 GIUGNO 2020

Nonostante l’avvio “forzato”, causa emergenza Coronavirus, l’esperienza dello smart working nella Pubblica Amministrazione per l’88% dei dipendenti è stata di successo e il 93,6% vorrebbe continuare a lavorare da remoto. Sono alcuni dei risultati dell’indagine, intitolata “Strategie individuali e organizzative di risposta all’emergenza”, condotta da Fpa tra il 17 aprile e il 15 maggio 2020 e pubblicata questa mattina sul Sole 24 Ore, cui hanno partecipato in totale oltre 5.200 persone, di cui l’81% (4.262) dipendenti della Pubblica Amministrazione.

A inizio 2020, prima dell’emergenza Coronavirus, solo nel 8,6% delle pubbliche amministrazioni di provenienza degli intervistati lo smart working era una modalità di lavoro diffusa, mentre nel 45,8% era attiva una sperimentazione limitata a un gruppo di dipendenti; per il 39,2% dei dipendenti non era possibile lavorare in smart working nella loro organizzazione. Per effetto delle misure per il contenimento dei contagi, lo smart working «d’emergenza» è stato introdotto nel 98,8% delle amministrazioni degli intervistati, in alcuni casi come unica misura per la gestione del personale, nel 41% dei casi accompagnato dalla presenza in ufficio a turni e nel 40,5% dalla richiesta di utilizzare ferie e riposi arretrati.