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Rientro in ufficio, le problematiche della flessibilità oraria

La fine dello smart working emergenziale e il ritorno alla normalità potrebbero presentare più difficoltà del previsto

18 OTTOBRE 2021

Flessibilità oraria in entrata e in uscita per evitare gli assembramenti nei locali di servizio. È uno dei capisaldi del decreto che regola il rientro in presenza dei dipendenti pubblici dopo la fine dello smart working emergenziale. Questo aspetto della disciplina è affrontato da Tiziano Grandelli e Mirco Zamberlan in un recente articolo de Il Sole 24 Ore.

La previsione normativa potrebbe non avere facile attuazione, infatti "gli ultimi contratti collettivi per il triennio 2016-2018 prevedono che i criteri generali per l'individuazione delle fasce di flessibilità in entrata e in uscita siano oggetto di contrattazione decentrata." Dunque le PA, una volta adottato un atto di indirizzo mediante apposita deliberazione, dovranno convocare le cifre sindacali per dare inizio alla contrattazione. Qualora non si raggiunga un accordo entro trenta giorni, la parte datoriale dovrà proseguire mentre i sindacati faranno registrare la propria posizione contraria. Altrimenti arriva alla stipula dell'accordo: a ciò dovrà seguire l'elaborazione di una "relazione tecnico-illustrativa e finanziaria sulla base dei modelli predisposti dalla RgS" da parte del datore, il quale dovrà trasmettere la documentazione all'organo di revisione affinché completi il controllo sulla regolarità dei costi e sulla legittimità delle clausole contrattuali. Una volta intervenuta l'approvazione, sarà la volta dell’esame dell'organo esecutivo, ultimo passaggio prima della firma delle parti e del definitivo perfezionamento, oltre all'invio all'ARAN e alla pubblicazione sul sito dell'ente per ragioni di trasparenza. Tuttavia, vista la tradizionale lunghezza delle procedure sindacali in questione, "sembra improbabile che si possa trovare una soluzione a un argomento che sta particolarmente a cuore ai dipendenti in pochi giorni." In assenza di regole definite, il rischio è che gli assembramenti più rilevanti si verifichino proprio durante i primi giorni di rientro in ufficio.