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Il lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni come questione organizzativa

L'articolo delinea le prospettive della diffusione del lavoro agile nel lavoro pubblico analizzando luci e ombre dell’esperienza dei due anni di emergenza pandemica. Anche a partire da una ricerca sul campo sulle amministrazioni locali della Campania, riflette sulla importanza della transizione tecnologica e soprattutto organizzativa degli enti, come precondizione, ma anche come opportunità, per una implementazione efficace del lavoro da remoto
 

20 MAGGIO 2022

L’articolo delinea le prospettive della diffusione del lavoro agile nel lavoro pubblico analizzando luci e ombre dell’esperienza dei due anni di emergenza pandemica. Anche a partire da una ricerca sul campo sulle amministrazioni locali della Campania, riflette sulla importanza della transizione tecnologica e soprattutto organizzativa degli enti, come precondizione, ma anche come opportunità, per una implementazione efficace del lavoro da remoto. Sottolineando l’elevata complessità delle professioni che caratterizzano il pubblico impiego, ipotizza che in futuro si potranno realizzare molteplici di forme di lavoro da remoto, accompagnate da normative differenti. Anche per questo, suggerisce che l’introduzione di questa modalità di lavoro sia progressiva e basata su metodologie di “trial and error”, in modo da permettere alle amministrazioni di monitorarne i risultati e di intervenire con opportune modifiche prima della codifica in norme definitive. Il saggio sottolinea anche l’importanza che avrà la ricerca scientifica negli anni a venire per fornire utili suggerimenti al decisore pubblico su una partita importante di trasformazione del lavoro, purché le indagini non si limitino a raccogliere opinioni e buone prassi ma approfondiscano anche le criticità tecniche, organizzative e sociali.