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Concorsi: il Consiglio di Stato ha bloccato la riforma delle prove

I giudici si oppongono al decreto volto alla digitalizzazione delle prove dei concorsi effettuate negli Enti Locali

27 FEBBRAIO 2023

La motivazione del parere del Consiglio di Stato n.137/2023 sottostante alla sospensione del decreto che digitalizza i concorsi pubblici fa riferimento al rischio dell’incremento nel numero dei ricorsi. Inoltre la modalità telematica non garantirebbe la salvaguardia della parità di genere poiché non sono previste dalla legge.
 
Le critiche fanno riferimento al provvedimento, avviato durante il governo Draghi dal ministro per la Pa Renato Brunetta e approvato in seconda lettura dal governo Meloni con Paolo Zangrillo, volto a riscrivere le regole dei concorsi pubblici secondo quanto sancito dal Dpr 478 del 1994.
 
L’intento del provvedimento concerne il passaggio alla digitalizzazione integrale al fine di tagliare i tempi dei concorsi, riducendo di fatto anche il rischio di inquinare le prove concorsuali. Contrariamente il Consiglio di Stato ha evidenziato invece il rischio di incrementare “nutrito e complesso contenzioso insorto in relazione alla digitalizzazione sia delle modalità di accesso alle prove concorsuali che del loro svolgimento”.
 
Secondo il Consiglio di Stato è indispensabile “la previsione di presidi idonei di verifica e controllo delle tecnologie digitali” mancanti nella riforma. Inoltre “manca qualsiasi indicazione e qualsiasi riferimento all’adeguamento dei meccanismi di riserva e titoli di preferenza al nuovo contesto ed alla salvaguardia della parità”, notano infine i giudici.