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Scuola: arriva il secondo concorso Pnrr,19mila nuove cattedre

Il settore dell’educazione in Italia sta vivendo un altro momento cruciale con il lancio del secondo concorso previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mette in palio oltre 19.000 cattedre per docenti.
 
 
 
 

27 DICEMBRE 2024

Il settore dell’educazione in Italia sta vivendo un altro momento cruciale con il lancio del secondo concorso previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mette in palio oltre 19.000 cattedre per docenti. Questa nuova tornata di concorsi si distingue per essere la prima ad essere aperta anche ai futuri insegnanti che si stanno abilitando secondo le nuove normative introdotte dal PNRR stesso, richiedendo oltre alla laurea anche 60 crediti formativi.
 
Questo concorso segue il primo, realizzato sempre sotto l’egida del PNRR, che aveva visto la messa a bando di quasi 30.000 posti tra infanzia, primaria, medie e superiori. A differenza della scorsa volta, che aveva visto la partecipazione di docenti già inseriti nel sistema scolastico con almeno tre anni di esperienza, questa nuova fase è aperta anche a chi sta ancora completando i percorsi abilitanti avviati nell’ultimo anno accademico.
I dettagli del bando specificano che per le scuole secondarie si possono candidare anche coloro che non hanno ancora completato i nuovi percorsi abilitanti, purché abbiano acquisito almeno 30 crediti formativi. Per l’infanzia e la primaria, è richiesta la laurea in scienze della formazione primaria o un diploma magistrale conseguito entro specifici termini storici.
 
Il processo di selezione si articola in due fasi: una prova scritta, basata su un test computerizzato di 50 domande a risposta multipla, e un orale che comprende una simulazione di lezione per valutare le competenze didattiche specifiche dei candidati. L’obiettivo è concludere tutte le procedure concorsuali entro l’estate del 2025 per permettere l’immissione in ruolo dei vincitori a partire dal 1° settembre dello stesso anno.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di riforme nel settore dell’istruzione, mirate a rafforzare la qualità dell’insegnamento e a stabilizzare la situazione lavorativa di molti docenti precari, in un’ottica di miglioramento complessivo del sistema scolastico nazionale.