
Concorsi pubblici: sì alla trasparenza, con procedure più “smart”
La sentenza del TAR Calabria n. 374 del 24 febbraio 2025 apre la strada a una nuova visione delle selezioni pubbliche, dove efficienza e legalità possono coesistere senza formalismi eccessivi
22 APRILE 2025
La recente pronuncia del TAR Calabria, (Sez. II), sentenza n. 374 del 24 febbraio 2025 ha chiarito un aspetto fondamentale delle procedure concorsuali: la necessità di assicurare trasparenza e imparzialità, senza però trasformare i concorsi pubblici in meccanismi burocratici rigidi e anacronistici. Secondo i giudici amministrativi, l’adozione dei criteri di valutazione può anche avvenire dopo l’inizio delle prove, purché in un momento in cui non si possa sospettare favoritismi. L’importante è che le prove restino imparziali e verificabili. Nessun automatismo, dunque: la mancata pubblicazione preventiva dei criteri non comporta, di per sé, l’illegittimità della procedura, a meno che non si dimostri un danno concreto per il candidato.
Verifica dei requisiti? È possibile anche dopo le prove
Un altro aspetto cruciale toccato dal TAR riguarda la verifica dei requisiti di partecipazione. Il principio espresso è chiaro: non è necessario che l’Amministrazione controlli i requisiti prima degli scritti. L’autodichiarazione dei candidati, infatti, è pienamente valida e vincolante, salvo accertamenti successivi. L’Amministrazione ha il potere – e il dovere – di effettuare controlli in qualsiasi fase della procedura, anche solo sui vincitori finali. Questo approccio non solo è conforme ai principi di buon andamento e semplificazione, ma consente di ottimizzare risorse pubbliche evitando verifiche inutili su chi non supererà comunque le prove.
Un equilibrio tra rigore e pragmatismo
La sentenza apre la strada a una gestione più moderna delle selezioni pubbliche. Le amministrazioni sono chiamate a garantire imparzialità e trasparenza, ma con strumenti agili e coerenti con le esigenze del presente. La fiducia nell’autodichiarazione e la possibilità di verifiche ex post rappresentano una scelta di efficienza, che non compromette la legalità. In un contesto dove si richiedono tempi rapidi e selezioni efficaci, è questo il modello di concorso pubblico che può garantire meritocrazia e funzionalità: non più un esercizio formale, ma uno strumento reale per attrarre le migliori competenze.