CCNL Funzioni Centrali 2022-2024, ottiene la firma definitiva
Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il triennio 2022-2024 delle Funzioni Centrali, ha ottenuto la firma definitiva, annunciando una serie di innovazioni significative per il settore
31 OTTOBRE 2025
Il 28 ottobre 2025 è stato sottoscritto in via definitiva il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dell’Area Funzioni Centrali per il triennio 2022-2024, che interessa ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici. Si tratta di un rinnovo contrattuale che segna un passaggio importante per la Pubblica Amministrazione, introducendo strumenti di partecipazione più efficaci, nuove politiche di gestione delle risorse umane e significativi miglioramenti retributivi.
Più collaborazione tra amministrazioni e sindacati, attenzione alle generazioni e alla formazione
Tra gli elementi qualificanti del nuovo CCNL spicca la
revisione delle materie di confronto e contrattazione integrativa, volta a rafforzare il dialogo e la cooperazione tra amministrazioni e organizzazioni sindacali. Viene inoltre introdotto un innovativo approccio di
age management, che valorizza le differenze generazionali e promuove un
patto intergenerazionale fondato sul reciproco scambio di competenze: i lavoratori più esperti diventano mentori dei più giovani, mentre questi ultimi possono restituire valore attraverso un “
reverse mentoring”, in particolare sulle
competenze digitali.
Grande rilievo anche per la
formazione del personale, riconosciuta come leva strategica per la
transizione digitale e l’evoluzione professionale. Il contratto prevede percorsi mirati all’uso delle
tecnologie di intelligenza artificiale e dei
Large Language Models, con fondi dedicati alla crescita del capitale umano e allo sviluppo delle qualificazioni professionali.
Aumenti e arretrati: gli effetti economici del rinnovo
Sul piano economico, l’accordo prevede
incrementi medi mensili di 558 euro per tredici mensilità, con punte di
980 euro per i dirigenti di prima fascia e
545 euro per quelli di seconda fascia. Gli
arretrati medi riconosciuti ai dipendenti fino a ottobre 2025 ammontano a circa
9.400 euro, segnando un intervento significativo sul potere d’acquisto e sulla valorizzazione delle professionalità dell’amministrazione centrale.